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Tassazione Bitcoin: nella Manovra 2025 la ritenuta sulle plusvalenze sale dal 26% al 42%

Il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, ha annunciato un significativo incremento della tassazione sulle plusvalenze da bitcoin. Secondo Giacomo Vella, direttore dell'Osservatorio Blockchain & Web 3 del Politecnico di Milano, questa misura potrebbe non solo aumentare il carico fiscale per gli investitori in criptovalute, ma anche avere effetti negativi sull'intero settore.


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Attualmente, una ricerca dello stesso Osservatorio rivela che oltre 3,6 milioni di italiani dichiarano di possedere criptovalute. Di questi, un terzo le ha acquistate tramite piattaforme di scambio, mentre il 17% ha optato per l'acquisto diretto.


Cosa c'è da sapere

  • Plusvalenze da Bitcoin nel mirino della Legge di Bilancio: La Manovra 2025 prevede un aumento della ritenuta sulle plusvalenze delle criptovalute dal 26% al 42%, come annunciato dal viceministro Leo. Questa misura colpisce anche le imprese attive sul web attraverso un ampliamento della digital tax.


Le modifiche precedenti nel 2023

Questo incremento segue le modifiche apportate nel 2023, quando fu stabilito che le plusvalenze superiori a 2.000 euro fossero tassate con un'aliquota del 26%.


"Carico fiscale in crescita ed effetti negativi"

Secondo Giacomo Vella, questa misura "non solo accrescerà il carico fiscale per gli investitori in bitcoin e altre criptovalute, ma potrebbe generare una serie di effetti negativi. Gli operatori del settore temono che l’aumento dell'aliquota scoraggerà nuovi investimenti, riducendo l’interesse degli investitori e compromettendo lo sviluppo dell’ecosistema blockchain nel Paese".

"Nonostante le parole del viceministro abbiano fatto riferimento solo a bitcoin, è lecito aspettarsi che questo provvedimento riguardi tutte le criptovalute", aggiunge Vella. "Questo aumento si applicherà alla differenza positiva tra il prezzo di acquisto e quello di vendita delle criptovalute, qualora le plusvalenze superino la soglia di 2.000 euro nel corso del periodo d’imposta. La nuova aliquota sarà introdotta nella Manovra fiscale che entrerà in vigore dal 2025, rendendo l’Italia uno dei Paesi con la tassazione più elevata per gli investitori in criptovalute, al pari della Danimarca e seconda solo all'Islanda, come analizzato nel report Crypto Tax di Coincub".


Oltre 3,6 milioni di italiani con criptovalute

La ricerca dell'Osservatorio indica che oltre 3,6 milioni di italiani possiedono criptovalute. L’aumento della tassazione annunciato da Leo potrebbe ripercuotersi su tutti loro, specialmente se esteso oltre il bitcoin. Un terzo degli investitori ha acquistato tramite piattaforme di scambio, mentre il 17% ha effettuato acquisti diretti. Inoltre, si registra un aumento del 19% dei progetti di blockchain nel mondo, con il mercato italiano che vale 38 milioni di euro, trainato da finanza, assicurazioni e agrifood.


Come vengono conservati i crypto-asset

Attualmente, il 37% dei possessori di crypto-asset utilizza servizi di scambio come Coinbase, Crypto.com e Binance, che rimangono i principali (nel 55% dei casi). Il 36% degli utenti opta per portafogli digitali personali (software wallet non-custodial), mentre l'8% utilizza hardware wallet, dispositivi simili a chiavette USB. Cresce il numero di utenti che detengono criptovalute o token presso servizi di trading finanziari generici o app bancarie (38%, rispetto al 23% del 2022), probabilmente a causa dell'incremento dell'offerta. La penetrazione degli NFT rimane più ridotta (8%); questi certificati digitali hanno vissuto una fase di popolarità, soprattutto nel campo dell'arte, che poi si è affievolita.


I dati sul settore blockchain

Nel settore della blockchain, l'analisi registra una flessione del 10% dei progetti. Tuttavia, gli operatori hanno spostato l'attenzione dal lancio immediato di piccoli progetti, prevalentemente legati alla creazione di NFT nel 2022, a prototipi e progetti pilota di maggiore entità.


L'Europa e le criptovalute

La rilevanza del settore criptovalute è stata sottolineata anche da Piero Cipollone, membro del board della BCE con delega allo sviluppo dell'euro digitale. Secondo Cipollone, l’Europa deve sviluppare soluzioni comuni nel campo dei pagamenti digitali per salvaguardare la "sua sovranità monetaria". "Il ruolo della BCE nell'emettere denaro accettato nell'area euro è particolarmente cruciale in un'unione monetaria dove il mercato dei pagamenti resta frammentato a livello nazionale. Siamo impegnati ad assicurare che le persone in Europa possano continuare a usare i contanti, ma non possiamo restare fermi mentre i cittadini non sono in grado di utilizzare il denaro della banca centrale per le loro transazioni digitali quotidiane", ha affermato.

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